sabato 9 luglio 2011

RABARBARO


  • PROPRIETA: dalle radici del rabarbaro si ottiene l'estratto secco titolato in derivati  idrossiantracenici espressi come reina. A basse dosi è stomachico e amaro-tonico. Ecita el appetito per azione sulla motilità gastrica ed è utile nelle dispepsie e nelle atonie gastriche, specie se associato a piante analoghe, è nota la sua azione lassativa, che stimola la peristalsi intestinale con un meccanismo di tipo antrachinonico, tra l'assunzione del rabarbaro ed il manifestarsi dell azione lassativa vi può essere un periodo di lateza anche de 12 - 16 ore.
  • ASSOCIAZIONI CONSIGLIATE: con lo Psillio e con il Tarassaco in caso di stipsi nell'adulto.
  • POSSIBILI INTERAZIONI: può interagire con antiarritmici di tipo chinidinico, digitalici, diuretici che provocano perdita di potassio, con vincamina e fenoxedil.
  • POSSIBILI EFFETTI INDESIDERATI: può provocare diarrea ( con dolori addominali) che, a sua volta , puo causare ipopotassiemia.
  • AVVERTENZA D'USO: controindicato in gravidanza, ai di sotto dei 12 anni di età, durante l'allattamento, nella diverticolosi intestinale, in paziente con occlusione intestinale e in pazienti affeti da emorroidi e/o fistole perianali. Non andrebbe mai somministrato per un periodo superiore a 8 - 10 giorni.
  • UTILIZZI PRINCIPALI: per favorire il transito intestinale in caso di stipsi nell'adulto.